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L'equivoco

L’equivoco

Lisa entrò nell’ufficio di Luca con passo deciso, le gambe fasciate dalle stesse autoreggenti del giorno prima. Luca alzò lo sguardo e per un attimo trattenne il respiro, colpito ancora una volta dalla sensualità di quella visione.

Si misero al lavoro, ma c’era una nuova elettricità nell’aria, una consapevolezza di quello che era successo il giorno prima e di ciò che avrebbe potuto succedere ancora.

A metà mattina, Luca si offrì di andare a prendere i caffè per entrambi. Tornò poco dopo con due tazze fumanti, posandone una sulla scrivania di Lisa.

Lei gli sorrise, poi, con tono a metà tra il serio e il faceto, disse: “Sai una cosa? Ieri sei stato incredibilmente porco e incredibilmente galante allo stesso tempo. Come ci riesci? Lo sai che effetto mi fai quando mi guardi in quel modo?”

Mentre parlava, Lisa si tolse lentamente le scarpe e sollevò i piedi sulla scrivania, proprio accanto a Luca. La gonna le si rialzò, rivelando le gambe in tutta la loro lunghezza, fino alla balza delle autoreggenti.

Luca deglutì a fatica, incapace di distogliere lo sguardo da quella visione mozzafiato.

“Oddio, mi sta provocando di nuovo. Mi sta mettendo in mostra le gambe, le calze… Vuole farmi impazzire. E ci sta riuscendo benissimo.”

Lisa sorrise maliziosamente, godendosi l’effetto che stava avendo su di lui. “Visto che ieri sei stato così gentiluomo da non guardare troppo, oggi puoi rifarti gli occhi sulle tue calze preferite.”

Luca la fissò intensamente per un lungo momento, gli occhi scuri di desiderio. Poi, invece di rispondere, allungò le mani verso la gonna di Lisa e le infilò sotto il tessuto, sfiorando la pelle nuda delle cosce.

Lisa trasalì per la sorpresa e il piacere improvviso di quel contatto. “Luca, cosa…?”

Ma lui non disse nulla. Con gesti lenti e deliberati, sempre tenendo gli occhi fissi nei suoi, Luca le sfilò delicatamente prima una e poi l’altra autoreggente, lasciandole le gambe nude.

Poi, con reverenza, le rimise i piedi sulla scrivania e iniziò ad accarezzarli dolcemente, tracciando con le dita ogni curva, ogni venatura.

“Vuoi capirlo o no che a me delle calze non me ne frega niente?” mormorò con voce roca. “A me piacciono le tue gambe, i tuoi piedi… Mi piaci tu, Lisa. Tutta tu.”

E con queste parole, si chinò in avanti e posò le labbra sul collo del piede di Lisa, baciandolo con adorazione, come se fosse la cosa più preziosa del mondo.

“Oddio… Oddio, sta succedendo davvero. Mi sta baciando i piedi, mi sta venerando come se fossi una dea. Non ho mai provato niente di così intenso, di così intimo. Mi sento amata, desiderata in un modo che non avrei mai creduto possibile.”

Lisa gettò la testa all’indietro, abbandonandosi alle sensazioni travolgenti che le labbra e le mani di Luca le stavano regalando. Ogni bacio, ogni carezza sembrava trasmettere non solo desiderio, ma amore, devozione assoluta.

“Finalmente… Finalmente posso adorarla come ho sempre sognato. Farle sentire quanto è preziosa per me, quanto la venero. Non ho mai desiderato nulla come desidero lei in questo momento. Voglio amarla con ogni fibra del mio essere.”

Per lunghi, meravigliosi minuti, Luca adorò i piedi e le gambe di Lisa con le labbra e le mani, portandola a vette di piacere che lei non aveva mai nemmeno immaginato. E tutto senza mai smettere di guardarla negli occhi, di trasmetterle con lo sguardo tutto l’amore e il desiderio che provava per lei.

Quando alla fine si staccò, entrambi ansimavano come se avessero corso una maratona. Luca appoggiò la fronte su quella di Lisa, le mani ancora avvolte intorno ai suoi piedi nudi.

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