Lisa: “Oh, e poi c’è stata quella notte delle stelle cadenti… Dio, che ricordo magico. Eravamo rimasti in spiaggia dopo il tramonto, sdraiati sulla sabbia ancora tiepida. Il cielo era così limpido, così pieno di stelle… Sembrava quasi di poterle toccare.”
Lisa si interruppe per un momento, come per riprendere fiato, ma poi continuò, la voce che si faceva ancora più sognante. “Oh, e poi c’è stata quella notte delle stelle cadenti… Dio, che ricordo magico. Eravamo rimasti in spiaggia dopo il tramonto, sdraiati sulla sabbia ancora tiepida. Il cielo era così limpido, così pieno di stelle… Sembrava quasi di poterle toccare.”
Luca cercò di immaginarli lì, i corpi distesi uno accanto all’altro nell’intimità della notte, le mani che forse si sfioravano casualmente, o forse no… L’idea gli fece correre un brivido lungo la schiena mentre fingeva di sfogliare i documenti sulla scrivania.
“A un certo punto, iniziammo a vedere le prime scie luminose nel cielo,” proseguì Lisa, gli occhi che brillavano al ricordo. “Ricordo che Gennaro mi prese la mano, intrecciando le dita alle mie, e mi sussurrò: ‘Esprimi un desiderio.’ E io chiusi gli occhi e desiderai che quel momento non finisse mai, che potessimo restare così per sempre, mano nella mano sotto quel cielo incantato…”
Luca sentì una fitta al cuore a quelle parole. L’immagine delle loro mani intrecciate, delle dita che si accarezzavano con tenerezza, era insieme dolce e straziante. Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere lui al posto di Gennaro, per poter stringere la mano di Lisa in quel modo, con quella complicità, quell’intimità.
“E poi, non so come, ci ritrovammo a baciarci,” continuò Lisa, la voce che si faceva più intima. “Ma non erano i soliti baci. C’era qualcosa di diverso, di più intenso. Forse era la magia di quella notte, o forse era il desiderio che avevamo represso per troppo tempo… Ma ricordo che le sue labbra sulla mia pelle erano come una scossa elettrica, che le sue mani sembravano essere ovunque…”
Luca trattenne il respiro, cercando di non lasciar trapelare quanto quelle parole lo turbassero. L’immagine di Gennaro che baciava Lisa, che la esplorava con mani febbrili, gli faceva ribollire il sangue di una gelosia primitiva e insieme di un desiderio quasi doloroso.
“E a un certo punto, sentii la sua bocca scendere lungo il mio collo, tracciare una scia rovente sulla mia clavicola. E poi più giù, sempre più giù… Fino a quando non mi prese un capezzolo tra le labbra, facendomi gemere di sorpresa e di piacere. Era come se volesse assaggiarmi tutta, come se non potesse più trattenersi…”
Luca si sentì avvampare a quei dettagli così intimi. L’idea della bocca di Gennaro sul seno di Lisa, della sua lingua che la assaporava, lo riempiva di una frustrazione bruciante. Poteva quasi sentire quel sapore sulla propria lingua, quell’eccitazione che pulsava nel suo stesso corpo.
Lisa si interruppe, notando finalmente il turbamento sul volto di Luca. C’era qualcosa nel suo sguardo, una tensione che non le era familiare. All’improvviso, si rese conto che forse i suoi racconti stavano avendo su di lui un effetto che non aveva previsto né compreso appieno.
“Luca, tutto bene?” chiese, la voce incerta. “Forse… forse mi sono lasciata un po’ trasportare dai ricordi. Non volevo metterti a disagio con tutti questi dettagli…”
Luca si riscosse, cercando di ricomporre la sua espressione in un sorriso rassicurante. Ma sapeva che ormai era troppo tardi, che Lisa aveva intravisto qualcosa nei suoi occhi che non poteva più nascondere.
“No, no, tranquilla,” riuscì a dire. “È solo che… beh, sai raccontare molto bene. Sembrava quasi di essere lì con voi, su quella spiaggia. Di poter… sentire quello che sentivate voi.”
Lisa lo fissò, cercando di decifrare il significato nascosto dietro quelle parole. All’improvviso, un pensiero la colpì come un fulmine: che forse, nell’ascoltare quei racconti, Luca non stesse solo immaginando. Che forse stesse in qualche modo partecipando, desiderando…
In quel momento, una curiosità nuova e pericolosa si accese dentro di lei. Il bisogno di capire cosa davvero si celasse dietro lo sguardo di Luca, dietro quella tensione che quasi crepitava tra loro nell’aria rarefatta dell’ufficio.
Senza quasi rendersene conto, Lisa si ritrovò a proseguire il suo racconto, spingendosi ancora più in là nei dettagli, nella sensualità delle immagini evocate. Come se volesse vedere fin dove poteva arrivare, fin dove poteva spingere Luca prima che qualcosa si spezzasse, si rivelasse.
“E poi, a un certo punto, fu come se qualcosa scattasse dentro di me,” riprese, la voce che si faceva più intensa. “All’improvviso, non mi bastava più essere toccata, baciata. Volevo essere io a condurre il gioco, a farlo impazzire con le mie mani, con la mia bocca…”
Luca deglutì a fatica, cercando di immaginare Lisa in quel momento di presa di controllo. La visione di lei che sovrastava Gennaro, che lo esplorava con labbra e dita frementi, lo riempì di un desiderio così intenso da fargli quasi male.
“Così lo spinsi sulla sabbia e mi misi a cavalcioni su di lui,” continuò Lisa, gli occhi fissi su Luca. “Potevo sentire la sua eccitazione premere contro di me, dura e pulsante. Cominciai a baciargli il collo, il petto, scendendo sempre più giù… Assaporando ogni centimetro della sua pelle, godendo dei suoi gemiti soffocati…”
Luca chiuse gli occhi, lasciando che le parole di Lisa dipingessero nella sua mente immagini sempre più vivide e bollenti. Poteva quasi sentire il calore del corpo di Gennaro sotto le labbra di Lisa, il sapore salato della sua pelle…
“E quando arrivai al suo ombelico, quando lo sentii fremere di anticipazione sotto di me… Dio, mi sentivo così potente, così desiderata,” proseguì Lisa, la voce ormai un sussurro carico di ricordi. “Con un gesto lento, quasi reverente, abbassai l’elastico dei suoi boxer e presi il suo sesso in mano. Era così caldo, così seta e acciaio insieme… Non era certo la prima volta che gli facevo qualcosa del genere, ma in quel momento mi sembrava la cosa più bella del mondo.”
Luca si sentì avvampare, il respiro che accelerava a quelle immagini così esplicite. L’idea di Lisa che stringeva il membro di Gennaro, che lo accarezzava con dita inesperte ma vogliose, gli fece pulsare il sangue nelle vene con una forza primitiva, incontrollabile.
“E poi, senza quasi sapere cosa stessi facendo, lo presi in bocca,” continuò Lisa, osservando attentamente la reazione di Luca. “Il suo sapore, il suo calore sulla mia lingua… Era inebriante, travolgente. Cominciai a succhiare, a leccare, guidata solo dal desiderio di farlo impazzire, di sentirlo fremere e contorcersi sotto di me…”
Luca si aggrappò ai braccioli della sedia, lottando per mantenere il controllo. Ogni parola di Lisa era come una carezza rovente sulla sua pelle, ogni immagine evocata una scossa di piacere quasi doloroso. Sapeva che avrebbe dovuto fermarla, interrompere quel racconto prima che fosse troppo tardi… Ma non ci riusciva, non voleva.
Sotto la gelosia bruciante, sotto la frustrazione di non essere lui l’uomo di quei ricordi, c’era qualcos’altro che si stava risvegliando dentro di lui. Qualcosa di oscuro e potente, che bramava di vedere Lisa in quel modo, di essere il destinatario di quel piacere proibito.
“Lo sentii tendersi sempre di più, i suoi fianchi che si muovevano per andarmi incontro,” proseguì Lisa, la voce carica di una consapevolezza nuova. “E quando mi afferrò i capelli, quando mi guidò con urgenza sempre più in profondità… Fu troppo per lui. Con un grido roco, venne nella mia bocca, riversandosi in me in lunghi fiotti caldi. E io bevvi tutto, fino all’ultima goccia, sentendomi ebbra del suo sapore, della sua resa totale…”
Luca non riuscì a trattenere un gemito soffocato. L’immagine di Lisa che accoglieva l’orgasmo di Gennaro, che ne assaporava l’essenza più intima, era insieme un tormento insopportabile e un’estasi mai provata.
In quell’istante, con una chiarezza cristallina, si rese conto che avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al posto di Gennaro. Per essere lui a riversarsi tra le labbra di Lisa, a sentirla godere del suo piacere più segreto.
Lisa lo fissò, gli occhi scuri di una consapevolezza nuova. Aveva visto il suo sussulto, colto il bagliore febbrile nel suo sguardo… E all’improvviso, aveva capito.
Capito che quei racconti non erano solo ricordi innocenti per lui. Che ogni dettaglio, ogni immagine evocata, era come una miccia gettata sul fuoco del suo desiderio. Un desiderio che, ora ne era certa, non era più solo quello di un amico o di un confidente.
“È stato come se i nostri corpi si risvegliassero per la prima volta, capisci?” continuò, la voce che tremava leggermente. “Come se ogni nervo fosse a fior di pelle, ogni sensazione amplificata all’ennesima potenza. Quando mi ha presa, lì sulla sabbia… Dio, non ho mai provato niente di così intenso. Era come essere consumati da un fuoco, un fuoco che bruciava e allo stesso tempo purificava…”
Luca ascoltava ormai in uno stato di trance, le parole di Lisa che scorrevano su di lui come lava, incendiandolo da dentro. Ogni dettaglio era insieme un tormento e un’estasi, una tortura e una promessa.
Ora sapeva di non poter più tornare indietro, di non poter più fingere che quei racconti fossero solo innocenti memorie. Ora c’era qualcosa di diverso tra loro, qualcosa di elettrico e pericoloso, che minacciava di travolgerli da un momento all’altro.
L’atmosfera dell’ufficio si era caricata di una tensione palpabile, come se l’aria stessa vibrasse di un’energia nuova e proibita.
Mentre Lisa continuava a parlare, mentre i suoi occhi scrutavano quelli di Luca in cerca di una risposta, di una reazione, lui sentiva una certezza farsi strada dentro di sé: che presto, molto presto, avrebbe fatto in modo di essere lui l’uomo di quei racconti. Di essere le mani, le labbra, il corpo che l’avrebbe fatta vibrare e gridare sotto le stelle.
Non sapeva ancora come, non sapeva ancora quando. Ma sapeva che quel momento sarebbe arrivato, inevitabile come il sorgere del sole dopo la notte più buia.
E allora, ogni ricordo di Gennaro e di ogni altro uomo sarebbe stato spazzato via per sempre, sostituito da una nuova, incandescente memoria: quella di Lisa che finalmente diventava sua, anima e corpo, sotto quel cielo pieno di promesse.
[Photo di Achraf Alan]




