Odiarlo, goderlo
Odiava Roberto, ma ogni volta il suo cazzo grosso e gonfio la faceva tornare. Stefania racconta a Michele di come si sia lasciata usare, godendo solo del corpo e non della persona. Rabbia e piacere, solo sesso senza amore.
Odiava Roberto, ma ogni volta il suo cazzo grosso e gonfio la faceva tornare. Stefania racconta a Michele di come si sia lasciata usare, godendo solo del corpo e non della persona. Rabbia e piacere, solo sesso senza amore.
Due uomini nello stesso giorno: Stefania racconta a Michele come si è fatta godere da Edoardo il pomeriggio e da Matteo la sera. Due cazzi diversi, due orgasmi. E lui ora viene solo ascoltando.
Due uomini nello stesso giorno Read More »
Stefania entra nel salotto con quella gonna corta che Michele conosce bene. Vuole giocare. Gli apre i pantaloni e mentre lo sega gli racconta di Luca: ventiquattro anni, Tinder, parcheggio multipiano. “Voglio solo che me lo succhi”.
Parcheggio Multipiano Read More »
La camera era immersa nel buio, interrotto solo dalla luce debole che filtrava dalle persiane. Michele e Stefania erano distesi sul letto, ognuno rivolto verso l’altro. Non c’era televisione, né rumori: solo il ronzio lontano del frigorifero e il ritmo lento dei loro respiri. Michele le accarezzava distrattamente il braccio, come faceva quando non aveva
Il Viaggio di Nozze Read More »
Di notte, su una strada secondaria, Stefania rompe il silenzio e porta Michele indietro nel tempo. Estate 2004, una vacanza al mare con le amiche, una festa sulla spiaggia.
Nel silenzio della camera da letto, Michele chiede a Stefania di raccontargli finalmente quella storia che lei aveva solo accennato: il giorno in cui si era inginocchiata per un compagno di corso.
La televisione era accesa su un film qualunque, uno di quelli che si guardano più per compagnia che per interesse. Michele e Stefania erano sdraiati sul letto, lui in boxer, lei in una t-shirt morbida e uno slip chiaro. Il lenzuolo li copriva solo fino alla vita, la luce dello schermo disegnava ombre bluastre sulle
La Panchina del Parco Read More »
Era seduto sul divano. Ne ho approfittato per andargli alle spalle, racchiudendolo tra le mie cosce. “Non voltarti”, gli ho detto, con tono inflessibile. Il gioco era iniziato.
Mi ha presa per un polso. Uno sguardo è bastato. A casa, mi ha sbattuta a novanta gradi contro il muro. Il mio sesso iniziava già a colare dall’eccitazione.
Marco, mi fai impazzire Read More »
Suona il campanello, eccolo. Appena richiusa la porta gli metto le braccia al collo e mi lascio travolgere da un lungo bacio. Il gioco, questa volta, lo conduco io.