Era il terzo giorno consecutivo dopo l’episodio dei collant rotti. Quando Lisa entrò nell’ufficio di Luca, lui notò subito che indossava una gonna e dei collant color carne molto velati. Il suo cuore perse un battito.
Luca: “Dio, quelle gambe… Sembra che mi stia ringraziando per i complimenti dell’altro giorno. O forse mi sta provocando di proposito? In ogni caso, è una visione celestiale.”
Lisa gli si avvicinò con un sorriso malizioso. “Ti piacciono le mie gambe oggi? Ho messo i tuoi collant preferiti, sei contento?”
Luca deglutì a fatica, cercando di mantenere la compostezza nonostante il desiderio che gli infiammava le vene. “Sei… sei bellissima, Lisa. Quei collant ti stanno d’incanto. Grazie per avermeli messi.”
Lei arrossì di piacere, compiaciuta della sua reazione. “Volevo fare qualcosa per te, per ringraziarti della tua ammirazione e del tuo affetto. So che il nostro rapporto è platonico, ma tengo molto a te e voglio che tu lo sappia.”
Lisa: “Platonico… Sì, certo. Come se non mi stessi sciogliendo sotto il suo sguardo ardente. Come se non desiderassi che mi toccasse, che mi strappasse questi collant di dosso… Dio, sto impazzendo.”
Lavorarono fianco a fianco per un po’, scambiandosi sguardi e sorrisi complici, sfiorandosi “accidentalmente” ogni volta che ne avevano l’occasione. L’aria era carica di elettricità e di tensione erotica a stento trattenuta.
A un certo punto, Lisa si voltò verso Luca con aria curiosa. “Senti, ma cosa hai fatto poi con i miei collant usati, l’altro giorno?”
Luca si irrigidì per un attimo, colto alla sprovvista. Poi decise di essere onesto. “Li ho portati a casa… E li ho tenuti con me tutta la notte. Mi sono addormentato con il tuo profumo sulla pelle.”
Lisa trattenne il respiro, sconvolta dall’intensità di quella confessione. L’immagine di Luca che si crogiolava nei suoi collant usati, respirando il suo odore, la fece fremere di eccitazione.
Luca: “Ecco, l’ho detto. Ora sa fino a che punto mi spinge la mia ossessione per lei. Probabilmente penserà che sono un pervertito. Ma non potevo più tenerlo dentro di me.”
Lisa: “Oh mio Dio… Ha dormito con i miei collant. Li ha usati per… No, non posso pensarci. È troppo intimo, troppo erotico. Mi sento travolta dal desiderio di lui.”
Luca abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato dalla sua stessa audacia. “Ho fatto molto più che tenerli con me, Lisa. Li ho… usati per sentirti più vicina. Per dar sfogo a quello che provo per te.”
Lisa trattenne il respiro, intuendo perfettamente cosa intendesse dire. L’immagine di Luca che si toccava avvolto nel suo odore, nella sua essenza più intima, la fece fremere di eccitazione e trepidazione.
Lisa: “Oh mio Dio… Si è masturbato con i miei collant. Ha raggiunto il piacere pensando a me, bramando il mio corpo. Non so se esserne lusingata o sconvolta. Forse entrambe le cose.”
Deglutì a fatica, cercando di mantenere la compostezza nonostante il tumulto dei suoi sensi. Non disse nulla, ma il rossore sulle sue guance e il fuoco nei suoi occhi parlavano per lei.
Per un lungo momento rimasero in silenzio, gli occhi incatenati, il respiro affannoso. Entrambi sapevano che stavano giocando con il fuoco, ma nessuno dei due riusciva a fermarsi.
Alla fine Lisa distolse lo sguardo, cercando di calmare il tumulto dei suoi sensi. “Io… Non so cosa dire, Luca. Mi fa sentire strana sapere che hai fatto… quello con i miei collant. Ma non in senso negativo. Anzi, mi fa sentire… desiderata. Potente.”
Luca le prese la mano, accarezzandone il dorso con il pollice. “È esattamente così che dovresti sentirti. Perché è così che ti vedo io. Desiderabile, potente, irresistibile. E il fatto che tu mi abbia fatto questo regalo, che tu abbia condiviso con me una parte così intima di te… Mi fa impazzire.”
Lisa rabbrividì, travolta dalla passione nella sua voce. Sapeva che stavano superando un limite pericoloso, ma non riusciva a preoccuparsene. Non quando ogni fibra del suo corpo gridava di desiderio per quell’uomo straordinario.
Pensiero di Lisa: “Il suo tocco… Le sue parole… Mi sta facendo perdere la testa. So che dovrei tirarmi indietro, ma non ci riesco. Voglio di più, molto di più. Dio, aiutami.”
Con uno sforzo supremo, Lisa ritirò la mano e si alzò dalla sedia. “Forse… Forse è meglio se torno al mio ufficio per un po’. Ho bisogno di schiarirmi le idee.”
Luca annuì, comprensivo. “Certo, capisco. Prenditi tutto il tempo che ti serve. Io sono qui, se hai bisogno di me.”
Lisa gli lanciò un ultimo sguardo carico di promesse e di tormento, poi uscì dalla stanza con il cuore in tumulto. Sapeva che nulla sarebbe più stato come prima tra loro. Il loro segreto li aveva legati in modo indissolubile, trasformando la loro amicizia in qualcosa di molto più profondo e pericoloso.
Luca: “La sto perdendo… O forse la sto conquistando. Non lo so più. So solo che non posso rinunciare a lei, a questo fuoco che ci divora. Anche se so che potrebbe distruggerci entrambi.”
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