Dopo un’altra intensa giornata di riunioni con l’editore capo, Luca e Lisa si misero in macchina per il viaggio di ritorno. Erano entrambi esausti, sia per il lavoro che per la tensione emotiva accumulata dopo il bacio della sera prima.
Come al solito, si alternarono alla guida. Luca prese il primo turno, mentre Lisa, ancora vestita in modo elegante con gonna, collant e tacchi, si accomodò sul sedile del passeggero.
Non appena la macchina imboccò l’autostrada, Lisa si addormentò profondamente, il capo reclinato di lato, il respiro lento e regolare. Luca le lanciò uno sguardo affettuoso, ammirando il modo in cui le luci del tramonto accarezzavano il suo viso rilassato.
“È così bella quando dorme. Sembra un angelo. Un angelo sensuale e irresistibile che mi fa impazzire di desiderio…”
Dopo un paio d’ore, Luca decise di fermarsi in un autogrill per sgranchirsi le gambe e prendere un caffè. Lisa non si mosse, persa nel suo sonno profondo.
Quando Luca tornò alla macchina, si accorse che Lisa non aveva la cintura di sicurezza allacciata. Preoccupato per la sua incolumità, decise di allacciargliela lui stesso, cercando di non svegliarla.
Si sporse verso di lei, afferrando delicatamente la cintura. Proprio mentre stava per far scattare la fibbia, Lisa si mosse nel sonno, girandosi verso di lui.
La mano di Luca, invece di trovare la cintura, si posò inavvertitamente sul seno di Lisa, proprio nel momento in cui lei aprì gli occhi.
Per un lungo istante, rimasero entrambi immobili, gli occhi incatenati, il respiro sospeso. Poi, lentamente, Lisa posò la sua mano su quella di Luca, come per trattenerla sul suo seno.
Lisa: “Sì… Sì, toccami. Non smettere. Fammi sentire quanto mi desideri, quanto mi vuoi. Dio, ti voglio anch’io, da impazzire…”
Luca: “Oddio… Non mi sta respingendo. Mi sta tenendo la mano sul suo seno. Lo vuole. Vuole che la tocchi. Non posso crederci… È tutto quello che ho sempre sognato…”
Rimasero così per un lungo momento, le dita intrecciate sul seno di Lisa, gli occhi fissi l’uno nell’altra, il desiderio che crepitava tra loro come una fiamma viva.
Poi, con uno sforzo immenso, Lisa allontanò delicatamente la mano di Luca, rilasciando un sospiro tremante.
“Forse… forse è meglio se ci rimettiamo in viaggio”, mormorò con voce roca.
Luca annuì, incapace di parlare.
Lentamente, quasi con riluttanza, Luca ritrasse la mano, il viso in fiamme. “Scusa… Io… Non volevo… Stavo solo cercando di allacciarti la cintura… Non intendevo…”
Lisa, altrettanto rossa in viso, si schiarì la voce. “Non preoccuparti. So che non l’hai fatto apposta. È stato solo un incidente.”
Ma entrambi sapevano che non era vero. Quel contatto, per quanto accidentale, aveva scatenato in loro una tempesta di emozioni e desideri che non potevano più ignorare.
Pensiero di Lisa: “Incidente un corno. L’ho sentito. Ho sentito il suo desiderio, la sua fame per me. E Dio, quanto lo voglio anch’io. Quanto vorrei che mi toccasse ancora, ovunque…”
Luca si riscosse e mise in moto la macchina, le mani che tremavano leggermente sul volante.
Pensiero di Luca: “Un incidente… Sì, certo. Come se non avessi sognato di toccarla così da mesi. Di accarezzare ogni centimetro del suo corpo perfetto. Dio, sto impazzendo di desiderio per lei…”
Per il resto del viaggio, rimasero in silenzio, la tensione sessuale tra loro quasi palpabile nell’abitacolo della macchina. Ogni volta che si sfioravano accidentalmente, sentivano una scossa di elettricità attraversarli, un’anticipazione di quello che avrebbero potuto fare, se solo avessero osato.
Ma non osarono. Non ancora. Perché sapevano che, una volta superato quel limite, non ci sarebbe stato più ritorno. E nessuno dei due era ancora pronto ad affrontare le conseguenze di una tale scelta.
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