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tenda canadese

Le vacanze con Gennaro

Era una di quelle giornate tranquille in ufficio, con poche scadenze urgenti e l’atmosfera rilassata del venerdì pomeriggio. Lisa era seduta alla scrivania di fronte a quella di Luca, e durante una pausa dal lavoro aveva iniziato a parlare dei suoi ricordi di gioventù. Con lo sguardo perso nel vuoto e un sorriso nostalgico, iniziò a raccontare di Gennaro, il fidanzato che aveva avuto durante il liceo.

“Non ti ho mai parlato di lui,” disse con un sorriso che tradiva una dolce malinconia. “Veniva da Napoli, aveva questo accento buffo che mi faceva sempre ridere. Era simpaticissimo, sempre con la battuta pronta, e aveva un modo di fare così espansivo, così caloroso che mi faceva sentire sempre al centro del mondo.”

Luca ascoltava in silenzio, cercando di immaginare questo Gennaro dal carisma travolgente, e sentendo già una punta di invidia per quel ragazzo sconosciuto che aveva avuto il privilegio di far ridere Lisa.

“Quell’estate tra il terzo e il quarto liceo decidemmo di fare un viaggio in tenda, solo noi due,” continuò Lisa, gli occhi che brillavano al ricordo. “Prendemmo un treno per la Campania e poi un autobus fino a questo piccolo campeggio vicino al mare, in provincia di Salerno. Era un posto meraviglioso, con una spiaggia di sabbia finissima e un mare cristallino.”

Nella mente di Luca si formò immediatamente l’immagine di Lisa e Gennaro stesi al sole, le pelli abbronzate che quasi si sfioravano sui teli da mare. Lisa in bikini, le lunghe gambe distese, il sorriso rilassato… L’immagine gli fece salire un’ondata di calore lungo la schiena.

“Passavamo le giornate a nuotare, a esplorare la costa, a mangiare gelato,” proseguì Lisa con voce sognante. “Era tutto così perfetto, così idilliaco. E la sera, quando tornavamo in tenda stanchi e felici…” fece una pausa, con un sorriso malizioso, “diciamo che le cose si facevano interessanti.”

Il cuore di Luca accelerò a quelle parole. Sapeva che Lisa non era più vergine, che aveva avuto altre esperienze prima del matrimonio, ma sentirla alludere così apertamente a momenti di intimità con un altro uomo lo riempì di una gelosia bruciante.

“Interessanti in che senso?” riuscì a chiedere, sforzandosi di mantenere un tono neutro.

Lisa rise dolcemente. “Oh, sai… eravamo giovani, innamorati, pieni di ormoni. E stare così vicini, pelle contro pelle, notte dopo notte… beh, una cosa portava all’altra. Ricordo ancora il suono della cerniera della tenda che si apriva e chiudeva, il fruscio dei sacchi a pelo, i sospiri nelle orecchie…”

Luca chiuse gli occhi, cercando disperatamente di scacciare l’immagine di Lisa avvinghiata a Gennaro in quella tenda, le gambe intrecciate, le mani che esploravano, le labbra che soffocavano gemiti di piacere. L’idea di lei che si concedeva per la prima volta, che scopriva il sesso nelle braccia di un altro, lo devastava in un modo che non riusciva a spiegarsi.

“E poi c’era la questione dei rumori,” continuò Lisa, inconsapevole del tormento che stava provocando. “In una tenda la privacy è molto relativa, e noi dovevamo sempre stare attenti a non farci sentire dai vicini. Ricordo che una volta Gennaro mi fece il solletico e io cominciai a ridere come una matta, e lui mi mise una mano sulla bocca per soffocare le risate, sussurrandomi ‘Shh, ci scopriranno!'”

Lisa rise al ricordo, gli occhi brillanti di divertimento, ma Luca non riuscì a condividere la sua ilarità. Nella sua mente, quell’immagine assumeva una connotazione ben diversa: Gennaro che toccava Lisa nell’intimità di una tenda, le sue mani sulla sua pelle nuda, le sue labbra premute sulle sue per soffocare ben altri suoni che risate.

“Un’altra volta stavamo… beh, facendo quello che due adolescenti fanno in una tenda, e a un certo punto sentiamo un ‘Ehm, ehm’ imbarazzato provenire da fuori. Ci bloccammo, cercando di trattenere le risate, realizzando che forse non eravamo stati proprio silenziosi come pensavamo.”

Di nuovo, Lisa sembrava trovare la situazione esilarante, un buffo ricordo di gioventù. Ma per Luca, quell’aneddoto era benzina sul fuoco del suo tormento. L’idea di Lisa e Gennaro colti sul fatto, i loro corpi nudi intrecciati, i gemiti di piacere che sfuggivano loro nonostante gli sforzi, lo riempiva di una gelosia bruciante e di un desiderio ancora più cocente.

“Sembra che voi due vi siate divertiti molto in quel campeggio,” riuscì a dire, sforzandosi di sorridere. “Anche se forse avete fatto divertire un po’ anche i vostri vicini di tenda!”

“Oh, sicuramente!” rise Lisa. “Chissà cosa avranno pensato di noi, due ragazzini incoscienti che non riuscivano a tenere le mani a posto. Ma eravamo giovani e innamorati, e tutto ci sembrava permesso. E poi, l’attrazione tra noi era così forte, così irresistibile… Non potevamo fare a meno di toccarci, di assaggiarci, anche se sapevamo di dover essere discreti.”

Luca annuì, incapace di proferire parola. L’immagine di Lisa travolta dalla passione, incapace di trattenersi dal concedersi a Gennaro anche a rischio di essere scoperta, gli faceva ribollire il sangue nelle vene per la frustrazione e il desiderio. Non poteva fare a meno di immaginarla in quelle situazioni, di visualizzare il suo corpo nudo e fremente, i suoi sospiri di piacere, il suo abbandono totale al desiderio.

Più lei parlava di quei momenti con leggerezza, come fossero solo divertenti aneddoti di gioventù, più lui si sentiva bruciare di una voglia quasi violenta di essere al posto di Gennaro. Di essere lui a farla ridere e gemere insieme, a esplorarla con mani e labbra frementi, a doverla zittire con baci appassionati per non farli scoprire.

“Furono giorni indimenticabili,” concluse Lisa con un sospiro, “pieni di risate, di scoperte, di complicità. Anche se Gennaro non era il mio primo ragazzo, con lui sperimentai una intimità e una passione che non avevo mai provato prima. E anche se alla fine le nostre strade si divisero, quel viaggio resterà sempre un ricordo prezioso per me.”

Luca si sforzò di annuire, di mostrarsi comprensivo e partecipe, ma dentro di sé sentiva una tempesta di emozioni che minacciava di travolgerlo. Ora sapeva con assoluta certezza che il suo desiderio per Lisa non era qualcosa di passeggero o superficiale. Era un bisogno viscerale, un’ossessione che gli bruciava sotto pelle, che lo consumava giorno dopo giorno.

Sentirla parlare con tanta leggerezza e nostalgia di quei momenti intimi con un altro uomo, senza rendersi conto di quanto ogni dettaglio fosse per lui una tortura e insieme un’eccitazione, lo faceva sentire preso in giro dal destino, condannato a desiderare qualcosa che forse non avrebbe mai potuto avere.

Ma allo stesso tempo, quella stessa frustrazione alimentava in lui una determinazione nuova, una volontà quasi feroce di prendersi ciò che voleva. Ora sapeva di non poter più accontentarsi del ruolo di amico e confidente, di dover in qualche modo fare suo quel corpo e quell’anima che lo tormentavano giorno e notte.

Lisa poteva anche ridere spensierata dei suoi trascorsi amorosi, ignara del tumulto che scatenava in lui. Ma Luca sapeva che quei ricordi erano l’inizio della fine, il punto di non ritorno oltre il quale avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla, per cancellare ogni traccia di Gennaro e di ogni altro uomo dalla sua mente e dalla sua pelle.

Ora doveva solo trovare il coraggio e l’occasione per agire, per trasformare quel desiderio da tormento a realtà. E mentre continuava ad ascoltarla parlare di quei buffi aneddoti di campeggio, fingendo di concentrarsi sui documenti davanti a sé, già il suo cuore e il suo corpo tramavano per il futuro, per il momento in cui finalmente avrebbe potuto dire: “La prossima volta sarai mia.”

[Immagine da Freepik.com]

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